Marina di Massa

Sono nata e cresciuta a Marina di Massa, ancora orgogliosamente vi abito. La famiglia Abba  è originaria di Mantova. Il nonno Pietro Abba, architetto,  vi si trasferì per lavoro, insieme alla nonna Mattea nei primi anni del ‘900. La Colonia “Ugo Pisa” era sorta nel litorale di Bondano, per opera sua negli anni 1913-14. Mio padre Franco, nato poi nel 1920, con la mamma Isabella mi hanno indubbiamente trasmesso l’amore per questa terra, che non ho mai abbandonato. Per conoscere la storia di Marina ho letto, e vi invito a farlo, lo studio di Stefano Gianpaoli,  “Vita di sabbie e d’acque”, Il litorale di Massa (1500 – 1900). Conoscere come sia nata e si sia sviluppata lungo la fascia litoranea, quale vicenda ambientale abbia questa spiaggia attraversato nel corso degli ultimi secoli e quale ruolo le si debba riconoscere nella storia e nell’economia della comunità massese, può essere incentivo a ripensamenti, a un più energico interessamento verso un bene prezioso di cui gli amministratori e i privati devono essere gelosi custodi.

13 Febbraio 2021

Breve storia di Marina di Massa

La zona di Marina di Massa era anticamente paludosa e malsana, e fu oggetto di insediamenti solo a partire dal XVI secolo, come gran parte della Versilia.

In quel secolo vi abitavano solo alcuni pastori, agricoltori e persone che curavano lo scalo merci. Pur nella sua importante funzione di scalo per le importazioni dall’estero, la costa del comune di Massa era un’area pericolosa (sbarco dei corsari) e resa insopportabile dalle avverse condizioni ambientali di disordine idraulico. Basti pensare che gli stagni presenti mettevano in comunicazione la foce del Frigido con i vicini torrenti Magliano e Brugiano. Furono necessari i primi interventi di bonifica (metà del ‘500), che vennero continuati nel ‘700 e definitivamente conclusi solo a metà dell’800. Queste bonifiche, pur lasciando spazio ad aree riservate al pascolo e al bosco, permisero il moltiplicarsi nella zona costiera di insediamenti agricoli (grano, vite, ortaglie, meloni, agli, cipolle). Sull’esigenza di proteggere i campi seminati dai venti del mare così nocivi all’agricoltura furono nel tempo tutti d’accordo, pubblico e privato: ci fu bisogno di alzare una barriera di pinete.

I pini agli inizi dell’800 non esistevano ancora. L’amministrazione comunale promosse diversi significativi interventi da Bondano sino al Cinquale. La linea della spiaggia dalla metà del ‘800 inizia così ad essere segnata da boschi di pini in crescita. Lo scalo merci era stato inizialmente costruito in San Giuseppe (XVII sec.). A seguito delle diverse inondazioni si rese necessario studiare una nuova collocazione: lo scalo fu successivamente ricostruito (1828 ) e spostato fra il Brugiano e la nuova foce del Frigido (quella attuale, canalizzata durante i lavori delle bonifiche). Venne anche costruito un lungo pontile di legno che favorì l’esportazione di marmi via mare. Il nuovo scalo segna un momento decisivo della storia del litorale: […] intorno al nuovo edificio si avviava il lento sviluppo di un agglomerato che avrebbe formato il centro commerciale, e qundi balneare, di Marina grazie anche alla strada di allacciamento S. Leonardo – Dogana, allora aperta, […] destinata a diventare la principale via di comunicazione fra Massa e il litorale. Grazie all’apertura del tratto di ferrovia La Spezia-Livorno e all’inaugurazione della tranvia a vapore Massa-Dogana (1890) che permetteva da Massa di raggiungere in 25 minuti la spiaggia, Marina iniziò a muovere i primi passi del suo faticoso sviluppo turistico e sorsero così per iniziativa della stessa società Tranviaria, i primi stabilimenti balneari: chi veniva a soggiornare a Marina di Massa (come nella riviera versiliese che a quella massese si apparenta perfettamente) non poteva non avvertire il fascino delle pinete e degli aromie i suoni e le forme ad essa congiunte. 

Agli inizi del ‘900 si avvia l’attività turistica sulla costa con la nascita delle prime abitazioni private, alberghi e pensioni. Sono numerosi i nobili fiorentini e romani nonché le personalità di cultura e politica che hanno soggiornato nella zona. Le famiglie massesi più importanti costruirono, immerse nel verde delle pinete, le loro ville in stile Liberty. In quegli anni si assistette anche all’insediamento delle prime colonie: fra queste nel 1913-14 venne costruita la Colonia “Ugo Pisa” volgarmente detta il “Milanino”, che era sorta nel litorale di Bondano, per opera dell’architetto Pietro Abba (poteva ospitarne fino a 430 bambini). La fase della prima guerra 1915-1918 non ostacolò questa crescita. Intanto lo sviluppo demografico aumentava di giorno in giorno e le esigenze urbanistiche di pari passo; i villeggianti cominciarono a scoprire il lato montano di questa provincia e si costituì cosí un’alleanza fra le vicine Alpi Apuane e la Marina per attirare ancora di pi gli interessi dei vacanzieri. La spiaggia divenne piú accogliente, furono costruite nuove strade mentre la campagna conservava ancora il suo stile rustico. Furono edificati nuovi edifici scolastici e le prime case popolari lungo il Viale Roma. Nel 1938 il primo vero Piano regolatore di Massa delineò le suddivisioni territoriali con una fascia costiera per costruzioni estive, agricoltura e pesca, un’area tra città e Marina eminentemente agricola, un’area attorno alla cittá di Massa per stabilimenti industriali, commercio, artigiani e la restante parte del territorio comunale per la lavorazione del marmo. L’amministrazione comunale con un nutrito programma di lavori fece di Marina una tra le più qualificate stazioni balneari (strade, scuole, ulteriori opere di bonifica, arredi floreali, …). La Dogana, oggi piazza Betti, fu risistemata e rimosso il deposito marmi dello scalo. A Ronchi e Poveromo si costruirono le ville signorili immerse nelle pinete cosí come pensioni a carattere internazionale. Anche il Bondano, seppur in minor numero, accolse ville e villini; e lungo la spiaggia di Ricortola l’amministrazione sottrasse alla balneazione 4 chilometri di spiaggia per permettere, accanto al “Milanino”, la nascita di altre colonie. 

Dall’ottobre 1944 all’aprile 1945, nel periodo della seconda guerra, tutto il territorio fu quasi quotidianamente bombardato e quello che si salvò fu asportato dagli opposti eserciti. Si dovette procedere allo sminamento della spiaggia e si ricostruirono comunque gli alberghi. Nel dopoguerra l’amministrazione comunale ha contribuito al rilancio della costa con la realizzazione di importanti opere pubbliche (aeroporto per aerei da turismo, nuove strade, piazze, parcheggi, giardini, impianti sportivi, il nuovo pontile in cemento al posto di quello di legno distrutto dai tedeschi) e la promozione di manifestazioni culturali, eventi e spettacoli (ricordiamo la “Mostra del Fiore e dell’arancio” come esempio di grande successo poi erroneamente non ripetuta). Con lo sviluppo delle autostrade e dell’uso delle autovetture il turismo dilagato favorendo anche la nascita in Partaccia di una grande area per camping attrezzata ed oggi apprezzata da turisti di ogni nazionalità. 

La storia meno antica ci racconta che il prodigioso sviluppo ebbe il suo culmine nel 1982 quando si raggiunsero circa 2 milioni di presenze solo negli alberghi e pensioni, senza contare le tantissime case in affitto sparse un po’ ovunque sul territorio comunale. Tuttavia accanto al prodigioso sviluppo non possiamo dimenticare i gravi danni all’ambiente che lo sviluppo stesso ha portato. Anche il paesaggio umano appare oggi profondamente cambiato come assai più movimentata la vita che pervade la costa. Stefano Gianpaoli, ha il pensiero alla Marina di una volta, fatta a misura d’uomo. Ma bisogna guardare all’avvenire. I giovani, nel fracasso odierno, ci sguazzano: pertanto toccherà a loro prendere a cuore le sorti della costa di Massa custodirla e salvaguardarla al meglio di quello che non si sia, finora, saputo fare.